Emergenza credito alle Pmi. Dalla convention di Fedart Fidi il grido di allarme e le proposte

Emergenza credito alle Pmi. Dalla convention di Fedart Fidi il grido di allarme e le proposte

venerdì, 26 settembre 2014

Il credit crunch è oggi più che mai tutto concentrato sulle piccole imprese, che costituiscono il fulcro dell’economia reale e sta compromettendo seriamente la sopravvivenza di tutto il sistema produttivo del Paese. Come ha sottolineato nella relazione introduttiva Fabio Petri, presidente Fedart Fidi: “serve una radicale svolta per liberare il Paese e le banche da vincoli e rigidità che stanno compromettendo qualsiasi tentativo, seppur timido, di ripresa. Svolta ad iniziare dalle risorse messe a disposizione dalla BCE, già largamente inutilizzate. Le banche si trincerano dietro l’affermazione che la vera ragione del credit crunch è la scarsa domanda delle imprese, e non il venir meno dell’offerta di finanziamenti. Sarebbe utile comprendere se la stretta creditizia sia realmente legata alla mancanza di domanda o piuttosto al fatto che questa domanda non riesce ad essere intercettata e a passare nelle maglie troppo serrate delle banche”.

 

I temi della convention Fedart Fidi

 

Riforma dei Confidi per l’accesso al credito delle Pmi. I Confidi possono svolgere una funzione fondamentale per definire una nuova politica del credito, realmente funzionale alle esigenze delle PMI. La proposta di Fedart Fidi è quella di una ristrutturazione del sistema della garanzia, per renderlo più coerente con le sfide del mercato. In tal senso la proposta ai vertici del sistema bancario è quella di un progetto unitario per veicolare, con il supporto dei Confidi, questa nuova liquidità BCE alle nostre piccole e micro imprese.

Riforma del Fondo Centrale di Garanzia per l’accesso al credito delle Pmi. Il Fondo Centrale di Garanzia, sempre più in concorrenza con i Confidi, si sta progressivamente orientando verso la garanzia diretta delle banche a discapito della controgaranzia attraverso i Confidi, nonostante che quest’ultima consenta un migliore e più efficiente impiego delle risorse pubbliche a sostegno del credito e minori oneri a carico del bilancio dello Stato. “Sarebbe utile domandarsi – prosegue Fabio Petri - se la strategia del Fondo sia quella di favorire l’accesso al credito delle Pmi, per cui è stato costituito, o piuttosto di trasferire indirettamente le risorse pubbliche al sistema bancario”. L’attuale funzionamento del Fondo Centrale di Garanzia non risponde infatti a criteri di efficacia ed efficienza e l’operatività è tarata in modo da ammettere agli interventi le imprese migliori, che invece potrebbero relazionarsi positivamente con il sistema bancario in modo autonomo. Continuando così esse sottrarranno risorse alle altre imprese che, seppure sane ma in momentanea difficoltà finanziaria, hanno realmente bisogno dell’intervento pubblico per accedere al credito, spesso fondamentale per ripartire. Inoltre, la garanzia diretta, che sta sempre più sostituendosi alla controgaranzia, anche a seguito degli ultimi interventi normativi, si caratterizza – rispetto a quest’ultima – per un tasso di sofferenza nettamente più elevato (4,9% contro 2,7%) tutto a carico del bilancio dello Stato, oltre a un minore volume di finanziamenti garantiti alle imprese a parità di risorse pubbliche.

Fedart-Fidi, Federazione Nazionale Unitaria dei Confidi dell’artigianato è una realtà che associa circa 130 Confidi per un volume complessivo di finanziamenti garantiti – secondo gli ultimi dati certificati - di circa 14 miliardi di euro, con garanzie per 6,4 miliardi di euro a favore di oltre 700.000 piccole e micro imprese.