Dalla Regione “Quattro mosse contro il credit crunch“ - Fondi 100 milioni di euro - Finanziamenti sviluppati: 1,6 miliardi
lunedì, 16 luglio 2012
Un pacchetto da 100 milioni contro la stretta del credito.
Quattro mosse contro il credit crunch. Con un nuovo pacchetto di interventi da 100 milioni di euro la Regione Puglia vara la sua terza azione anticiclica. Dopo la manovra anticrisi e il Piano straordinario per il lavoro, questa volta punta ad arginare la stretta del credito, grande protagonista della crisi italiana e mondiale. Oggi infatti il tasso di crescita dei prestiti bancari per le piccole imprese è negativo: -2,4 per cento a marzo 2012, contro il +4 per cento di un anno fa.
Le novità sono state presentate stamattina in conferenza stampa dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola (ne riferiamo a parte) e dalla vicepresidente e assessore allo sviluppo economico Loredana Capone.
La lotta della Regione Puglia contro la stretta del credito (credit crunch) era già partita alla fine del 2008, oggi tuttavia moltiplica gli strumenti per affrontare la situazione attuale con più interventi messi in campo contemporaneamente. Si tratta di tre nuovi fondi e di un accordo con l’Abi, l’Associazione bancaria italiana.
I fondi agiscono agevolando le garanzie per le piccole e medie imprese che hanno difficoltà ad ottenere credito, allo stesso modo il protocollo con l’Abi punta a favorire la concessione di prestiti da parte delle banche regionali, prestiti finalizzati a rafforzare il cosiddetto “capitale circolante” delle piccole e medie imprese, cioè la liquidità necessaria alle imprese per affrontare le spese indispensabili a realizzare una fornitura, ad esempio il pagamento degli stipendi, l’acquisto delle scorte di materie prime o dei prodotti finiti, gli anticipi sulle fatture e sui contratti.
Il pacchetto - come si diceva - vale 100 milioni di euro di risorse pubbliche, ma ne sviluppa 1.625 in termini di nuovi finanziamenti, con un incidenza sul Pil della Puglia del 3 per cento.
Il primo intervento si chiama ”Aiuti in forma di garanzia di credito” e con 50 milioni di euro, sostiene i fondi rischi dei Confidi. Si tratta della seconda edizione di un bando della stessa entità economica già avviato nel 2009 con la “Manovra anticrisi”. Avrà come effetto un aumento del volume dei finanziamenti verso le imprese (micro, piccole e medie) di circa 500 milioni di euro.
Sotto il profilo operativo la Regione trasferisce i fondi ai Confidi selezionati dopo l’uscita dell’avviso pubblico. I Confidi a loro volta garantiscono il finanziamento bancario in favore dell’azienda fino all’80 per cento del finanziamento stesso.
La stretta del credito tuttavia ha reso necessaria anche la predisposizione di strumenti di ingegneria finanziaria per moltiplicare le garanzie e sostenere gli stessi Confidi.
È infatti un vero e proprio “Fondo di controgarazia” il secondo intervento. Vale 40 milioni di euro e supporta le garanzie prestate dai Confidi in favore delle imprese pugliesi piccolissime, piccole e medie. In pratica garantisce gli stessi Consorzi fidi, generando dunque un aumento del volume dei finanziamenti, in favore delle aziende assistite, fino ad un massimo di 1 miliardo (da un minimo di 500 milioni). Operativamente le controgaranzie, attraverso il sostegno alle garanzie, assistono i finanziamenti erogati alle imprese (piccole, piccolissime e medie) per investimenti e, nel limite del 20%, anche per le spese legate alla formazione di scorte, materie prime e prodotti finiti.
Il terzo fondo si chiama “Tranched cover” e mette a disposizione 10 milioni di euro per consentire alle banche di aumentare il credito nei confronti delle imprese e, alle imprese, di ottenere finanziamenti a condizioni migliori. Il fondo potrà sviluppare nuovi finanziamenti per circa 125 milioni di euro. In pratica funziona garantendo i rischi delle banche nei confronti dei finanziamenti concessi alle imprese. Questi finanziamenti possono essere diretti a nuovi investimenti e anche (nella misura del 20%) a sostenere le spese per la formazione di scorte, materie prime e prodotti finiti.
I tre interventi usciranno tutti a fine luglio. Nel frattempo la Regione Puglia ha avviato un Protocollo d’intesa con la Commissione regionale Abi della Puglia al quale aderiscono già 13 banche. L’accordo è stato sottoscritto oggi dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e dal presidente della Commissione regionale Abi Puglia Alessandro D’Oria.
Per effetto del protocollo, l’Abi Puglia si impegna a promuovere nei confronti delle banche associate interventi a sostegno del capitale circolante, mentre le banche che sottoscrivono l’intesa si impegnano ad incrementare i prestiti destinati alle piccole e medie imprese, in particolare se riferiti al capitale circolante. La Regione, da parte sua, in relazione all’aumento dei finanziamenti bancari, incrementerà gli aiuti nei confronti dei Confidi perché li garantiscano.
Il commento
“Il 10 novembre dell’anno scorso – ha detto Loredana Capone - mentre l’Italia viveva i giorni più neri della sua crisi e Monti era appena stato nominato senatore a vita, il Sole 24 Ore apriva il giornale con il titolo a tutta pagina ‘Fate presto’. Quell’esortazione così calzante in quel momento è il nostro motto da almeno quattro anni. Abbiamo fatto presto varando una manovra anticiclica già a fine 2008, quando la crisi globale non era ancora arrivata all’economia reale, abbiamo fatto presto con il Piano straordinario per il lavoro”.
“Questa – ha spiegato la vicepresidente - è la nostra terza azione anticiclica ed è stata pensata ai primi segnali di sofferenza credizia delle imprese. Noi vogliamo mantenere i risultati della Puglia in termini di competitività e di lavoro, per questo supportiamo le imprese con ogni mezzo a nostra disposizione e lo facciamo investendo soprattutto sui Confidi che si sono rivelati un validissimo strumento contro la crisi. L’edizione 2009 del Fondo di Garanzia, che metteva a disposizione altri 50milioni di euro, ha permesso infatti di finanziare fino ad oggi 2.583 richieste di garanzie per un totale di 366 milioni di euro per i quali sono stati utilizzati quasi 36,7 milioni di euro del fondo. La riproposizione di questo incentivo accompagnata dagli altri due e dal protocollo con l’Abi, ci fornisce gli strumenti per vincere una sfida che per noi si traduce nella salvaguardia di migliaia di posti di lavoro”.
Il credit crunch in Puglia
Perché un’azione così massiccia per affrontare la stretta del credito (credit crunch)?
Tutti gli indicatori economici descrivono la Puglia come una delle più dinamiche regioni italiane.
Le esportazioni in continua crescita (+10,1% nel primo trimestre del 2012), le imprese in aumento (+ 2.605 nel secondo trimestre del 2012), la crescita del valore aggiunto in agricoltura. Ma un dato desta preoccupazione: la stretta del credito.
A rilevarlo è il report della Banca d’Italia sull’economia della Puglia diffuso il 19 giugno di quest’anno. La premessa è tutt’altro che negativa. “I prestiti bancari sono aumentati del 2,4 per cento nei dodici mesi terminanti a dicembre del 2011 (5,2 nel 2010), un ritmo che si è mantenuto superiore a quello delle altre regioni del Mezzogiorno e alla media del paese”. Tuttavia il report chiarisce: “La brusca decelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno ha riguardato soprattutto il credito alle imprese; per le imprese di minore dimensione la variazione dei finanziamenti è divenuta negativa”.
Vediamo la situazione nel dettaglio.
A marzo 2011 il tasso di crescita dei prestiti bancari in Puglia (riferiti a tutti: pubbliche amministrazioni, famiglie, imprese etc.) è del 5,6% rispetto ai dodici mesi precedenti; appena tre mesi dopo (giugno 2011) la crescita si riduce al 4,9%; a settembre 2011 è del 4,7%. Nell’ultimo mese dell’anno scorso, in stretta correlazione con gli eventi economici nazionali ed europei, i prestiti bancari rispetto ai dodici mesi precedenti variano del 2,4% (dicembre 2011). A marzo 2012 – scrive la Banca d’Italia - “sulla base di dati provvisori, il tasso di crescita è ulteriormente sceso, allo 0,4 per cento sui dodici mesi”.
Se scorporiamo da questo dato generale quello relativo alle piccole imprese, la situazione è ancora più allarmante: rispetto al picco del marzo 2011 (+4%), si passa al -2,4% del marzo di quest’anno.
Secondo la Banca d’Italia le ragioni di questo calo sono da un lato dovute alla riduzione della domanda di prestiti da parte delle imprese, soprattutto di quelle edili, dall’altro al peggioramento delle condizioni di finanziamento. “L’inasprimento – è scritto sul report – è stato attuato sia attraverso l’aumento del costo dei finanziamenti, sia attraverso la riduzione delle quantità offerte e le maggiori garanzie richieste”. La manovra regionale agisce proprio su questi parametri.
Bari, 16 luglio 2012
L’Ufficio Stampa