IL 14 OTTOBRE 2008 CNA, PIU' SPAZI ALL'ECONOMIA REALE. Silvestrini: sì al salvataggio delle banche e dei risparmiatori se accompagnato da un forte sostegno delle capacità produttive del sistema dell'artigianato e della piccola industria

IL 14 OTTOBRE 2008 CNA, PIU' SPAZI ALL'ECONOMIA REALE. Silvestrini: sì al salvataggio delle banche e dei risparmiatori se accompagnato da un forte sostegno delle capacità produttive del sistema dell'artigianato e della piccola industria

mercoledì, 15 ottobre 2008

14.10.08
CNA, PIU' SPAZI ALL'ECONOMIA REALE. Silvestrini: sì al salvataggio delle banche e dei risparmiatori se accompagnato da un forte sostegno delle capacità produttive del sistema dell'artigianato e della piccola industria
Il federalismo fiscale e la riforma dello stato. Questi gli argomenti al centro dell'assemblea annuale di CNA Piemonte e della tavola rotonda svoltasi a Torino lo scorso 10 ottobre presso la Fondazione Sandretto. Almeno, questo diceva il programma ufficiale. Di fatto, a entrare pesantemente in scena, e a svolgere quindi un ruolo di primo piano negli interventi dei relatori, è stata la gravissima situazione dell'economia mondiale. Coordinata dal presidente regionale di CNA Sebastiano Consentino, l'assemblea si è aperta con la relazione del segretario regionale Michele Sabatino, mentre è stato lo stesso segretario generale dell'associazione Sergio Silvestrini a portare al tavolo dei lavori le proposte di CNA per mitigare le conseguenze di una crisi che sta già facendo sentire pesantemente i suoi effetti sull'economia reale. Più economia reale e meno finanza creativa. Appunto. Questo, in sintesi, quanto chiede l'associazione per uscire dalla disastrosa situazione in atto. Un'occasione, secondo il segretario generale Silvestrini, per far nascere un nuovo modo di pensare l'economia, mettendo in atto politiche in grado di superare le discrasie di un mercato impazzito e di recuperare quindi «il senso dell'essere più che dell'apparire». Il salvataggio delle banche e dei risparmiatori? Una buona cosa, a patto che, ha rilevato Sìlvestrini, questo si accompagni a un forte sostegno delle capacità produttive del sistema delle piccole e medie imprese. «La contrazione del credito non è dovuta alle difficoltà delle imprese, ma all'eccessivo sbilanciamento degli impieghi delle banche, ha puntualizzato Silvestrini.
Preoccupata della diminuzione degli affidamenti (meno 15% in un anno) CNA mette dunque l'accento sugli effetti a catena che avrebbe il perdurare di una situazione di recessione e invita tutti gli attori in campo a impegnarsi in modo diverso e più efficace per venire incontro alle esigenze del mondo produttivo. «I rischi di un ulteriore allargamento della crisi del credito e le possibili conseguenze sulle economie nazionali», ha ricordato Silvestrini, «mettono ognuno di noi di fronte a problematiche completamente nuove perla loro dimensione e per la loro complessità. La gravità e la dimensione della crisi mettono in evidenza, ancora una volta, la necessità di un profondo ripensamento delle regole, dei controlli e della trasparenza dei mercati. Già registriamo segnali preoccupanti di restringimento del credito per investimenti e liquidità e la tendenza degli istituti bancari a contenere gli affidamenti entro i margini di effettivo utilizzo». 
Ecco perché CNA, ha sottolineato il segretario generale, chiede al governo il varo urgente di un fondo pubblico che controgarantisca le operazioni dei Consorzi Fidi e che goda della garanzia dello stato (ponderazione zero) in modo da consentire alle banche di ridurre il capitale di vigilanza accantonato a fronte del credito erogato alle piccole e medie imprese e di migliorare il rapporto tra impieghi e capitalizzazione senza penalizzare le pmi. L'intervento, ha spiegato Silvestrini, potrebbe essere reso operativo in termini brevissimi utilizzando l'impianto del Fondo centrale di garanzia pini di cui alle leggi 662/96 e 266/97, estendendone gli interventi anche all'artigianato e utilizzando le risorse disponibili «a valere» sul Fondo finanza d'impresa e quelle rinvenienti dalle revoche delle iniziative della legge 488, che complessivamente superano il miliardo di euro. «Le classi dirigenti», ha avvertito il segretario generale di CNA, «saranno misurate dalla capacità di rispondere a questo sconquasso», il che significa, concretamente, mettere in atto politiche neokeynesiane capaci di sostenere la produzione, da un lato, e di far ripartire la crescita, dall'altro. «Questa», ha ribadito Silvestrini, «è anche l'occasione per investire in infrastrutture, innovazione, facendo diventare centrale il ruolo dell'Europa». Oltre, ha ricordato l'associazione, alle necessarie misure per ridare potere d'acquisto alle famiglie e rilanciare quindi la domanda interna. Senza dimenticare il ruolo dell'autotrasporto, con Cna che stimola il governo al rispetto degli impegni presi per scongiurare un fermo che avrebbe effetti devastanti sul paese.
Vari i relatori che si sono succeduti, durante l'assemblea torinese, per esporre la loro posizione in merito alla crisi in atto. A cominciare da Roberto Cota, presidente del gruppo parlamentare della Lega Nord alla Camera dei deputati che ha ribadito la posizione del partito, favorevole a «riscrivere la nostra economia su basi diverse, più legate alla realtà produttiva e all'industria e non a un sistema finanziario gravato di debiti». Cota ha anche ricordato l'esigenza di coniugare politiche per la riduzione del debito pubblico a una diminuzione dei livelli di tassazione, giunti ormai a una soglia intollerabile per famiglie e imprese. L'esigenza di sostenere le pmi, in particolare in questo periodo di bufera finanziaria, è stata prontamente raccolta dal vicepresidente della regione Piemonte, Paolo Peveraro, che ha colto l'occasione dell'assemblea torinese per auspicare un accordo bipartisan per una rapida approvazione della riforma del Testo unico per l'artigianato, una legge che, ha ricordato Peveraro, rappresenta un importante strumento per il rilancio del settore, concepita anche per semplificare il rapporto delle imprese con la burocrazia.
«Il sistema bancario italiano è in difficoltà», ha esordito, dal canto suo, il senatore Enzo Ghigo, coordinatore regionale di Forza Italia, «ma sarà sicuramente in grado di superarle». Occorre tuttavia, ha specificato Ghigo, «essere pronti a intervenire sul sistema delle pmi perché riescano a contenere gli effetti della crisi». Un primo atto concreto, secondo il senatore; potrebbe essere l'approvazione da parte del parlamento del provvedimento presentato da Forza Italia per consentire all'artigianato e alle piccole imprese di versare l'Iva solo a incassi avvenuti.
Più efficienza della macchina statale e un sostegno convinto alla realizzazione delle nuove infrastrutture sono stati il filo conduttore degli interventi del presidente della provincia di Torino Antonino Saitta e dello stesso sindaco del capoluogo piemontese, Sergio Chiamparino. Sul tavolo, a questo proposito, c'è la bozza Calderoli, che promette di passare da un sistema di finanziamento delle spese regionali e locali basato sulla «spesa storica» a un metodo basato sul finanziamento di quelle spese con le entrate tributarie di ogni regione, nell'intenzione di premiare l'efficienza e responsabilizzare gli enti locali sul fronte della spesa. Una proposta su cui CNA, per tramite dello stesso segretario generale Silvestrini, per il momento sospende il giudizio. «E una sfida per tutti», ha rilevato Silvestrini, «ma è necessario entrare di più nei dati e nelle simulazioni per esprimere un giudizio definitivo. Tutti i livelli istituzionali devono essere riordinati per garantire maggiore efficienza: un percorso da realizzare con i tempi opportuni ma allo stesso tempo contenuti».

R. Oggi, a nostro avviso, proprio per l'esperienza maturata, la CNA ha sollecitato il Governo affinché proceda con l'approvazione di un provvedimento urgente, per l'attivazione di un fondo pubblico da 1 miliardo di euro utilizzando le risorse disponibili a valere sul Fondo Finanza d'impresa e su quelle proveniente dalle revoche della Legge 488. Con tale Fondo si riassicurerebbero le operazioni dei Consorzi Fidi utilizzando la garanzia dello Stato in modo da consentire alle banche di ridurre il capitale di vigilanza accantonato a fronte del credito erogato alle piccole e medie imprese. Con questo provvedimento, potrebbe migliorare il rapporto tra impieghi e capitalizzazione senza per questo penalizzare le imprese stesse.